Shadow Hearts Covenant

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ATTENZIONE! Questa recensione è ora spoiler-free, per cui potete leggere senza timore.

 

Dopo un “primo” capitolo passato totalmente in sordina, il team di sviluppo Sacnoth (scioltosi per poi riunire gran parte dei suoi membri nel team Nautilus) tenta di nuovo di fare il salto di qualità con il seguito della serie Shadow Hearts: Covenant. Con due dischi, un sistema di combattimento più evoluto,  una nuova protagonista, e più Computer Grafica, la copertina del gioco promette un’esperienza molto più ricca di quella offerta da Shadow Hearts. Ma sarà davvero così? Scopriamolo insieme.

 

UNA NUOVA AVVENTURA PER YURI?

 

Tutto inizia un anno dopo gli eventi di Shadow Hearts, nel 1915, a prima guerra mondiale inoltrata. Yuri è riuscito a salvare la Terra, insieme ai suoi compagni, e dopo questa avventura si trasferisce a Domremy e vi si erge come suo protettore dall’invasione tedesca. Karin è luogotenente dell’esercito tedesco, e incontra Yuri durante l’assedio a questo villaggio. La sua pattuglia viene spazzata via dal potere da e lei rimane l’unica sopravvissuta al massacro. Da qui, Yuri e Karin si alleano per affrontare un nuovo nemico comune e partono per un altro viaggio.

Il party viene totalmente rinnovato con 7 nuovi personaggi (Yuri escluso), senza però alterare la formula dei compagni con le abilità uniche, aggiungendo in più un sistema di utilizzo della magia personalizzabile tramite i “Crest”, simboli equipaggiabili che consentono l’utilizzo di una o più abilità a quel giocatore. Tra i protagonisti menziono elementi bizzarri come il vampiro wrestler omosessuale Joachim, la principessa Anastasia Romanov (il link fa riferimento alla vera figura storica), e il mastro burattinaio Gepetto, che anima la sua creazione con la magia nera. Detto così sembra un’accozzaglia di personaggi messi a caso, ma la formula funziona, e difficilmente non vi piacerà uno di loro.

 

L’ANELLO DEL GIUDIZIO MIGLIORATO

 

Come Shadow Hearts, Covenant è un gioco di ruolo a turni, ma rispetto al primo capitolo propone davvero molte migliorie. La base consiste in un anello che appare prima di ogni mossa che fate, nel quale scorre un cursore che voi dovete fermare nelle aree giuste per compiere l’azione, elemento che rendeva Shadow Hearts interessante già per questo. In Shadow Hearts Covenant l’anello del giudizio diventa ancora più importante, e soprattutto personalizzabile. Se un’area dell’anello risulta troppo piccola per voi da colpire, con dei potenziamenti potete migliorarla. Oppure potete aumentare/diminuire a piacimento le aree presenti fino a un massimo di 5, con conseguente aumento degli attacchi. E ancora potete scegliere l’anello che più si adatta alle vostre esigenze. Interessante per chi si affaccia la prima volta nel mondo di Shadow Hearts, figata fotonica per chi invece conosceva già l’anello del giudizio.

 

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L’anello del giudizio

 

Riassumo qui dalla precedente recensione:

Inizialmente pare una seccatura, una volta che lo si maneggia diventa uno strumento appagante e che può essere sfruttato per mettere a segno colpi critici più facilmente, dal suono che non stanca mai nonostante appaia sempre, un po’ come i cazzotti di Bud Spencer. L’anello del giudizio non è solo una trovata videoludica, ma una filosofia del “pensare, decidere, agire” che giustifica l’inserimento di questo minigioco anche in altri contesti, come attivare una leva o aprire una porta.

A tutto ciò viene aggiunta una serie di abilità che non si sbloccano salendo di livello, ma esplorando e raccogliendo particolari oggetti o completando missioni secondarie. Per esempio, Karin impara nuove mosse raccogliendo spartiti del Nibelung (si, l’opera di Wagner “Der Ring des Nibelungen), e Anastasia può copiare le mosse dai suoi nemici, un classico per chi conosce la classe del trasformista. E tutto questo senza contare le Crest citate prima. Detto così, il sistema di sviluppo dei personaggi e di combattimento pare caotico, ma il gioco lascia davvero molto tempo per imparare con calma tutte le possibilità del gioco (più di un CD), centellinando le possibilità e rendendo il sistema sempre più bello, fino ad arrivare alla bomba del secondo CD, nel quale le battaglie raggiungono il top della strategia e diventano belle da affrontare, incontri casuali inclusi, la cui difficoltà non si mostra banale, e punitiva per chi non pianifica con attenzione le sue mosse.

 

Just for fun, vi allego qui sotto la foto di una delle “cose da side quest” più esilaranti di Shadow Hearts Covenant, per capire quanto questo titolo sia tanto vasto quanto random: la ricerca delle Stud Cards, ossia carte da collezione che raffigurano uomini nudi, che potete ammirare nella vostra libreria. Non sto a dirvi il perché, vi basta cercarle su internet. Io vi metto quella del sommelier francese, so che, citando i possessori di queste carte:”Quei muscoli… Non riesco a smettere di guardarla, ti prego liberamene.”.

 

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Una delle bellissime Stud Cards

 

SHADOW HEARTS 2.0

 

Tecnicamente Shadow Hearts è un abisso rispetto a questo suo seguito, che si mostra non solo molto, ma molto migliore dal punto di vista grafico, ma anche molto più ricco di contenuti. La presenza di molte cutscenes parlate mostrano un altro approccio narrativo rispetto ai cari vecchi fumetti del primo capitolo, dando finalmente una voce a Yuri al di là del campo di battaglia. La colonna sonora si mantiene sulla falsariga di Shadow Hearts, con un sapore etnico ed esoterico, secondo me perdendo qualche colpo, ma non per questo brutta, anzi! Semplicemente era difficile fare di meglio. Inoltre la longevità è sensibilmente aumentata da 30 ore a ben 50 ore, senza mai diventare davvero noioso, proponendo sempre nuovi luoghi, e con missioni secondarie che talvolta fanno rotolare a terra dalle risate. Letteralmente. Graficamente mi sono espresso con un “molto migliore”, ma nello specifico asserisco: la pulizia, i dettagli dei volti, le ambientazioni variegate, il rendering più realistico, sono tutte cose che parlano eloquentemente per me. L’unica cosa che mi dispiace è l’abbandono degli scenari puramente horror/esoterici per rimpiazzarli con ambienti sempre carichi di esoterismo e di mistero, ma più leggeri e talvolta alleggeriti anche dal contesto e dai personaggi che si prendono meno sul serio. Sarò solo io ma continuo a preferire le ambientazioni di Koudelka Shadow Hearts.

 

IL VERDETTO

 

In poche parole Shadow Hearts Covenant è l’evoluzione naturale del suo predecessore, migliorandosi in tutto e per tutto. Nonostante non abbia avuto il successo che merita, Shadow Hearts Covenant è un gioco di altissimo livello, che riesce a far felici neofiti e aficionados della saga, senza scadere nelle scelte di rito del fan service, ma presentando piuttosto scelte narrative coraggiose e un’evoluzione nel gameplay che propone un sistema che ancora oggi si mostra tattico e divertente. Come per il suo predecessore, è difficile trovare un titolo così ben bilanciato, dove a fatica si trovano difetti e anzi si eleva su quasi tutti i classici aspetti di valutazione videoludici. Se non l’avete ancora giocato, dovreste proprio farlo.

RI-PS ho un nuovo gioco preferito.

 

PRO:

 

  • Personaggi ben caratterizzati e profondi
  • Migliore in tutto e per tutto rispetto al predecessore
  • Gameplay profondo e interessante
  • Molto longevo
  • Comparto tecnico di alto livello
  • Sa non prendersi troppo sul serio…

 

CONTRO:

 

  • … a volte troppo poco
  • Due finali, ma banali da cambiare

 

VOTO: 9.5/10